RITA MASCIALINO: SECONDO UMANESIMO ITALIANO ® E TRADUZIONE DEI TESTI LETTERARI AL CENTRO DEL CONCETTO DI DEMOCRAZIA

RITA MASCIALINO: SECONDO UMANESIMO ITALIANO E TRADUZIONE  OGGETTIVA DEI TESTI LETTERARI AL CENTRO DEL CONCETTO DI CULTURA DEMOCRATICA

di Rita Mascialino

La questione dell’interpretazione dei testi letterari, filosofici e religiosi fra gli altri, comunque linguistici e interlinguistici, ossia redatti in lingua madre e in traduzione, è sempre stata oggetto di dispute e anche al centro di contestazioni più o meno vivaci. A suo tempo l’Italia Umanistica in particolare ha scatenato  la più grande rivoluzione culturale – per altro l’unica di proporzioni gigantesche – per la libertà di pensiero e conseguentemente di azione, indirettamente ponendo le basi per una società democratica non solo a vane parole. Perché sia stata proprio l’Italia all’epoca, nei secoli XIV e XV soprattutto, a gestire una tale rivoluzionaria avanguardia – che si può definire senza uguali – ha una sua causa o forte concausa nel monopolio della cultura da parte degli ecclesiastici, in tale Paese più diretta che altrove. La Chiesa, vuoi per incompetenza dei suoi interpreti e traduttori, vuoi per volontà consapevole di contraffare ad usum Delphini il significato di detti testi, non era affidabile nei suoi riferimenti ai classici. Quanto agli Umanisti italiani e poi europei, tra cui famoso è Lutero con la sua Lettera sul tradurre (1530), le loro diatribe hanno assunto toni anche molto accesi – vedi Francesco Petrarca, Leonardo Bruni e Lorenzo Valla tra gli altri Umanisti. Vorrei sottolineare il fatto che essi non si riferivano tanto o solo a un per così dire semplice ritorno ai classici, ma di un ritorno, meno semplice, alla verità oggettiva dei testi classici, emendati dagli errori e dalle contraffazioni di cui testé. Un tale ritorno scardinava incompetenza e falsi in ambito semantico, pretendendo una cultura fondata sulla verità oggettiva del messaggio culturale degli Autori, una vera e propria grande rivoluzione di pensiero, così grande che, soffocata nel peggiore dei modi dalla Chiesa, è stata neutralizzata dalla libera soggettiva interpretazione del significato dei testi letterari, la quale legittima tutte le invenzioni, così eliminando il problema e nel contempo togliendo ogni valore al significato dei testi in sé, ossia non riconoscendo loro un significato oggettivo. Il Secondo Umanesimo Italiano ® riprende il fulcro ideologico dell’Umanesimo Italiano, la prima grande rivoluzione di pensiero come testé ricordato, ossia l’interpretazione dei testi letterari tra gli altri per rispettarne il significato oggettivo sostituendo la libera interpretazione in generale frutto di soggettività. Ora, a prescindere da ogni altra considerazione, in un regime democratico coloro che reggono in un modo o in un altro le fila della cultura letteraria, devono o dovrebbero rendere conto al popolo degli esiti delle loro ricerche, popolo che potrà vagliare il loro lavoro secondo i propri mezzi mentali. Si dirà che il popolo non sia all’altezza di un tale compito. A parte il fatto che non si tratta di un compito, ma di una possibilità, niente può essere più falso. Quando le analisi dimostrano come gli studiosi hanno fatto ad avere quegli esiti interpretativi, ossia mostrano dettagliatamente le loro ipotesi, è difficile che il popolo non capisca, è anzi sicuro che il popolo capisca. È quando non vi è dimostrazione alcuna, ma solo libere interpretazioni – libere dall’obbligo intellettuale e morale della dimostrazione di quanto asserito –, allora tutto può andare bene, tranne la verità dei messaggi contenuti nei testi stessi che va invece chiarita, mostrata e dimostrata sul piano delle argomentazioni logiche, un piano che richiede un complesso lavoro per essere attuato, ma che è facilissimo da essere compreso dai fruitori, dal popolo appunto cui è comunque diretto. Questo è quanto, credo, si possa pretendere da una cultura democratica nei fatti e non solo nelle parole che parlano al contrario spesso di assolutismi esegetici che dovrebbero scomparire in quanto molto, molto anacronistici, non più consoni al livello culturale oggi richiesto nelle democrazie ancora non realizzato dopo secoli e secoli di distanza dal primo Umanesimo Italiano e dopo tanti martiri negli Umanisti stessi. Un esempio? In seno al Secondo Umanesimo Italiano (Mascialino 2015 e segg. – da non confondersi con altri Umanesimi – e alla sua analisi oggettiva della semantica del linguaggio, dei testi citati, si è avuta – tra le numerose ulteriori scoperte semantiche – la scoperta della più straordinaria metamorfosi kafkiana in cavallo nero (Mascialino 1996 e segg.), mai identificata prima nell’ambito della critica internazionale, una metamorfosi espressa nel più criptico e simbolico nonché più potente linguaggio di Franz Kafka, non esplicita come la metamorfosi in scarafaggio. Una gemma dell’arte letteraria che solo la ricerca della verità del significato, di umanistica memoria, ha potuto trovare e presentare al pubblico di lettori, a tutti gli interessati al significato dei testi letterari.

Rita Mascialino

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