RITA MASCIALINO: QUADERNI DEL ‘SECONDO UMANESIMO ITALIANO ®’: STUDIO INTRODUTTIVO

RITA MASCIALINO: QUADERNI DEL ‘SECONDO UMANESIMO ITALIANO ®’: STUDIO INTRODUTTIVO

Il Progetto delle Serie a uscita libera dei Quaderni del ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’ (Cleup Editrice Università di Padova) riguarda analisi semantiche approfonditive relativamente a diversi argomenti, accomunati nel Metodo di indagine (Mascialino 1996 e segg.), il quale ha alla sua base conseguimenti scientifici tra cui neurofisiologia e prospettiva evoluzionistica per quanto attiene all’esperienza del mondo e alla sua elaborazione nella veste semantica in seno alla mente. In essi si vuole riprendere e continuare non certo l’Umanesimo Italiano nella sua complessità e articolazione profonda, ma solo ed esclusivamente l’Umanistico concetto innovativo al centro della più grande Rivoluzione di pensiero e Avanguardia metodologica nell’analisi a livello linguistico del significato dei testi filosofici, letterari e religiosi rappresentata appunto dall’Umanesimo.

In particolare, proprio la traduzione dei testi letterari e filosofici diede luogo a dispute infuocate tra gli Umanisti e i loro avversari – famose le diatribe portate avanti da Francesco Petrarca e Leonardo Bruni. Molto polemica fu tra l’altro anche la ‘Lettera sul tradurre’ o Sendbrief vom Dolmetschen (1530) redatta – in chiave umanistica specificamente analizzando le traduzioni  delle Sacre Scritture – da Lutero (Max Niemeyer Verlag Tübingen1965: Herausgegeben Karl Bischoff), testo in scrittura gotica riprodotto fedelmente nell’originale, nel quale Lutero non risparmia gli epiteti per gli errori di comprensione del significato dovuti a incompetenza e ritenuti secondo lui inaccettabili in chi deteneva il monopolio della cultura, ossia gli ecclesiastici della Chiesa Romana, errori di semantica nel testo latino della traduzione che dimostra molto dettagliatamente e inoppugnabilmente. Ricordiamo che il controllo della cultura servì alla Chiesa non solo per manipolare all’occasione il significato dei testi ad docendas plebes, per l’ammaestramento delle plebi, ma anche, con il papa Silvestro I nel secolo VIII ad esempio, per inventarsi di sana pianta un documento mai esistito, il Constitutum Constantini, o Decreto di Costantino, più noto come Donazione di Costantino, con cui l’Imperatore avrebbe donato alla Chiesa il potere giurisdizionale su Roma e l’Italia, su tutto l’Occidente, su tutte le Chiese, compresa quella di Gerusalemme, ossia un potere universale superiore a quello imperiale addirittura, donazione che l’Imperatore mai fece. Dimostrò (1440) che il documento in questione fosse apocrifo, ossia solo un falso, Lorenzo Valla* (Roma 1407-1457), celeberrimo e coltissimo umanista al centro dell’Umanesimo italiano ed europeo e molto apprezzato e stimato da Lutero stesso. La sua scoperta avvenne attraverso un’analisi squisitamente linguistica e semantica condotta oggettivamente sulla base del testo della sedicente donazione – per altro furono gli Umanisti, in primis appunto Lorenzo Valla, a fondare o rifondare all’epoca anche il metodo filologico innovandolo. Riferendoci in particolare ai testi letterari, filosofici e religiosi, si trattava pertanto per gli Umanisti di indagare oggettivamente – esplicitamente contro ogni libera invenzione dei significati effettuati secondo varie motivazioni – quella che era la soggettività degli artisti e dei pensatori espressa nei loro testi a livello linguistico per capirne il significato che oggettivamente essa possedeva e non poteva evitare di possedere. Comunque, quando all’epoca la Chiesa, nella sua costante lotta contro la libertà di pensiero e contro il pensiero scientifico in qualsiasi forma, si accorse della enorme pericolosità degli intellettuali dell’Umanesimo per il suo potere sui corpi e sulle menti degli individui, perseguitò gli Umanisti in Italia e all’estero catturandoli e quindi secondo l’opportunità torturandoli e mettendoli al rogo qualora non rinnegassero le loro idee di libertà, ma anche all’occasione, più subdolamente, facendoli avvelenare ad esempio con l’arsenico ferme restando la calunnia e la diffamazione sempre presenti.

L’Avanguardia umanistica aveva in ogni cado iniziato a sgretolare in senso democratico il potere assoluto della Chi, assolutismo tutt’oggi vigente nello Stato del Vaticano quale regime di monarchia assoluta con a capo il papa, all’epoca esercitato on lo strumento del terrore rappresentato dai famigerati Tribunali dell’Inquisizione istituiti contro i dissidenti, detti comunemente eretici. Ancora oggi, nelle democrazie, lasciando stare i regimi assolutistici o dittatoriali dove non vi è libertà di pensiero né di azione, si può constatare come la verità oggettiva dei testi filosofici e letterari o artistici sia comunque in generale sottratta all’indagine scientifica del significato dei test, linguistici, della fantasia soggettiva letteraria e appunto dell’arte di tutti i generi. In altri termini: come se l’immaginazione non fosse un fenomeno a disposizione dell’indagine scientifica. Con l’escamotage dell’impossibilità di applicare la prospettiva scientifica, propria ad esempio della fisica, all’indagine del linguaggio in generale e dei testi letterari e artistici, nonché filosofici e simili – come se non ci fossero inevitabilmente diverse prospettive scientifiche secondo gli ambiti di ricerca – si inserisce, facendolo passare dalla finestra, il divieto di analisi della verità oggettiva dei testi fatto uscire alla porta proprio dagli Umanisti. La strada è stata lunga e dolorosa ed è ancora lunga per le interpretazioni dell’oggettività dei testi, le quali però continuano a stare al centro di una democrazia che voglia dirsi tale coinvolgendo essa il dovere della trasparenza, quindi della giustificazione delle ipotesi esegetiche, corrette o sbagliate che siano – sappiamo che, in tutte le scienze, le Leggi sono ipotesi, valide fino a prova contraria. L’Illuminismo introdusse l’uso della ragione, dell’intelligenza, in luogo della parola di Dio e abbatté anche l’arcaico, preistorico diritto divino di governare, il quale tuttavia ricomparve con la Restaurazione che seguì la Rivoluzione Francese e che nelle teocrazie e nel pensiero religioso ancora esiste e resiste.

Quanto alle interpretazioni dei testi, certo i fruitori non specializzati in analisi dei testi comprese le traduzioni letterarie che sono frutto di analisi e riproduzione letteraria del significato a livello interlinguistico, ossia dai non addetti ai lavori per così dire, nessuno pretende indagini che vadano aldi là delle stimolazioni soggettive  elicitate dell’approccio cosiddetto ingenuo alle opere letterarie o filosofiche o religiose e artistiche, così come non si richiede a nessun fruitore non specialista di conoscere profondamente la fisica e tato meno di capire in profondità e scoperte scientifiche nei vari ambiti – eccezioni sempre possibili come tali. Risulta implicitamente chiaro che, in riferimento agli specialisti, agli addetti ai lavori ciascuno nei loro ambito di ricerca, non sia consono che si inventino significati ingenuamente e a buon mercato, per altro senza giustificazione di quanto asserito. Questo è invece ciò che talora accade nell’ambito delle esegesi relative al fenomeno letterario, artistico, per le quali si danno prevalentemente ‘libere interpretazioni’ e notizie storiche considerate come significati dei testi, ciò con cui le gemme che l’arte può donare agli artisti, agli umani, che si voglia o meno, vanno perdute. Ritengo, senza scendere in dettagli minuti in una prefazione, che le interpretazioni esistenti dei testi letterari più importanti, vadano rifatte senza usufruire dello stratagemma della libera interpretazione anche se si tratta di un metodo comodo e veloce – un conto è inventare liberamente i significati, altro è dimostrare con analisi che reggano**.  Certo, l’aver propagandato che il significato dell’arte di qualsiasi genere venga dato liberamente di lettori e dai fruitori in generale dei prodotti artistici, ha incrementato il consumismo dei libri nel più grande commercio e questo è senz’altro un bene per tutti. Per altro errori interpretativi dei vari fenomeni se ne fanno sempre con qualsiasi metodo, anche il più scientifico – è per altro proprio sugli errori o imprecisioni presenti nelle teorie e nelle scoperte scientifiche che si imposta la possibilità di progredire propria del pensiero scientifico e non di quello religioso che resta immutato come parola di Dio. Ma non è questo il problema. Il fatto è che, nelle esegesi dei testi, dimostrando le proprie interpretazioni e non semplicemente affermandole dall’alto o dal basso, si fanno e si faranno sempre meno errori. Nel contempo, cosa della massima rilevanza, si indagherà il fenomeno linguistico, artistico, estetico, nel modo più oggettivo possibile e collegato alla realtà del fenomeno stesso, ossia si eviteranno, per il possibile, costruzioni di pensiero senza giustificazione o adduzione di prove.

Fanno parte dei Quaderni ‘Secondo Umanesimo Italiano ®’, come accennato, Serie di studi di Rita Mascialino raggruppati secondo diversi argomenti relativi alle discipline di competenza; Opere filosofiche, letterarie, di arti visive, altre; Identità dei popoli; Donnicidio; Cinema; Criminologia; Varie.  Alcuni testi già apparsi sono stati sintetizzati e riorganizzati per la pubblicazione nei Quaderni.

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*Dalla Presentazione della ripubblicazione del libro (1928) di Roberto Cessi, grandissimo studioso veneto (Rovigo 1885-Padova 1969), La Donazione di Costantino (Milano: Casa Editrice La Vita Felice: Traduzione di Roberta Sevieri, testo latino e greco a fronte: 2010, 5-8): «(…) La celebre Donazione di Costantino è un falso medioevale che ha avuto per secoli la pretesa di essere l’atto diplomatico con il quale l’imperatore romano avrebbe donato l’Urbe, l’Italia e l’Occidente a papa Silvestro I (314-335) e ai successori di Pietro. Ad essi avrebbe concesso, su tali territori, poteri e onori da veri sovrani temporali e su tutte le Chiese del mondo il primato di giurisdizione e, ovviamente, il diritto di legiferare in materia di fede e di costumi (…) I primi che affrontarono con mezzi critici il problema dell’autenticità della donazione, e conclusero negativamente le loro ricerche, furono gli umanisti del XV secolo, tra i quali Nicolò Cusano e Lorenzo Valla (…) Secondo un’autorità come il Döllinger, Stefano II, andando in Francia nel 753, avrebbe recato con sé il documento; altri ritengono che la falsificazione avrebbe avuto l’intenzione di preparare e giustificare l’Incoronazione di Carlo Magno (…) Per oltre un millennio è stato proprio lo scritto falso a condizionare la storia occidentale. Per tal motivo è stata decisa la ripubblicazione del saggio e dei testi curati da Roberto Cessi che, essendo usciti negli Atti del Regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti nel 1928 sono conosciuti soltanto dagli specialisti (…)» Lorenzo Valla dovette autodifendersi dalle accuse di eresia nel processo del Tribunale dell’Inquisizione napoletana istruito conto di lui (1844) nel Regno di Alfonso V D’Aragona re di Napoli, detto il Magnanimo, al cui servizio Valla era entrato dal 1435 quale Segretario dello stesso. Solo grazie all’intervento di Alfonso V Lorenzo Valla poté salvarsi malgrado lo spirito acceso delle numerose contestazioni riguardanti traduzioni e interpretazioni tradizionalmente ritenute autorevoli e inattaccabili, come pure contestazioni di ulteriori documenti falsi. Valla poté così permanere nei ranghi della Chiesa di Roma, dove in seguito, con papi a lui favorevoli, tornò senza rischio della vita.

Immagine: Roberto Cessi. File:Roberto Cessi.png. Wikimedia commons. Pubblico dominio.

**Cito un solo esempio, tra i numerosi a disposizione, delle perdite dei preziosi dell’arte letteraria: per più di un secolo non è stata mai identificata nel racconto di Franz Kafka Der plötzliche Spaziergang, La passeggiata improvvisa – scritto nel medesimo anno 1912 relativo alla composizione della nota in quanto esplicita Metamorfosi in scarafaggio –, la presenza, espressa linguisticamente a livello implicito e criptico, di un a straordinaria metamorfosi del protagonista in cavallo nero, identificata dalla scrivente (Mascialino 1996 e segg.) esclusivamente e oggettivamente a livello esegetico – umanisticamente parlando per così dire – assieme a ulteriori identificazioni semantiche altrettanto straordinarie nel medesimo racconto, pure espresse cripticamente da Kafka e per questo non identificate né nelle libere interpretazione, né nelle interpretazioni storicistiche.

 

Rita Mascialino

 

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